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Il pentagono in igura è formato da un quadrato di lato a e un triangolo isoscele di lato obliquo 4.
Scrivi la formula che esprime il perimetro 2p del pentagono in figura in funzione di a.
Pietro compra alcuni vagoni merci lunghi 8 cm ciascuno per il suo trenino. Se Pietro aggiunge al trenino s vagoni merci, quale delle seguenti relazioni consente di calcolare la lunghezza totale del trenino L al variare del numero n dei vagoni passeggero e del numero s dei vagoni merci?
Beatrice attacca su un cartoncino rosa rettangolare di dimensioni 21 cm × 30 cm la locandina del suo film preferito.
Decide di prendere la locandina del ilm di forma rettangolare, avente le stesse proporzioni del cartoncino rosa e dimensione minore 14 cm.
Per ciascuna delle seguenti affermazioni indica con una crocetta se è vera (V) o falsa (F).
1 La dimensione maggiore della locandina è pari alla dimensione minore del cartoncino rosa.
2 Il perimetro del cartoncino rosa è il doppio del perimetro della locandina.
3 Nel cartoncino rosa Beatrice può attaccare due locandine, senza bisogno di sovrapporle.
Una tipograia stampa 250 partecipazioni per un matrimonio. A causa del malfunzionamento della stampante, 50 hanno una macchia d’inchiostro. Tutte le partecipazioni sono state inserite in una
busta bianca, quindi non è possibile riconoscere le partecipazioni macchiate senza aprire le buste.
La sposa consegna le prime 40 partecipazioni e tra queste la metà ha una macchia d’inchiostro.
Qual è la probabilità che la successiva partecipazione abbia una macchia d’inchiostro?
Beatrice attacca su un cartoncino rosa rettangolare di dimensioni 21 cm × 30 cm la locandina del suo film preferito.
Decide di prendere la locandina del ilm di forma rettangolare, avente le stesse proporzioni del cartoncino rosa e dimensione minore 14 cm.
Quanto misura l’area del cartoncino non coperta dalla locandina?
Nel seguente grafico sono rappresentate le vendite di settembre 2013 dei prodotti A, B, C, D ed E dell’azienda “Bolle”, evidenziando le quantità di tali prodotti venduti nel mercato italiano e le quantità di tali prodotti venduti nel mercato estero.
Per ciascuna delle seguenti afermazioni indica con una crocetta se è vera (V) o falsa (F).
1 Il prodotto B è il prodotto maggiormente venduto a settembre.
2 Il prodotto B è il prodotto maggiormente venduto a settembre all’estero.
3 Circa il 10% delle vendite del prodotto A in settembre sono state fatte in Italia.
4 Circa il 40% delle vendite di settembre di ciascun prodotto sono state fatte in Italia.
66 è:
Se a è un qualsiasi numero naturale multiplo di 2 (diverso da zero), allora a2 è sempre un multiplo di 4?
Scegli la risposta
Sì, perché
No , perché
e completa la frase.
Questa risposta riceverà automaticamente punti completi, ma può essere rivista e adattata dopo l’invio.
Un ingegnere ha progettato l’interno di una sala di un piccolo cinema. In igura è rappresentato uno dei suoi schemi.
Le norme a cui si è attenuto l’ingegnere prevedono che le poltrone abbiano una larghezza non inferiore a 55 cm, siano con braccioli e la distanza tra due file consecutive di poltrone (cioè
la distanza tra lo schienale di una fila di posti e il corrispondente schienale della fila successiva) non sia inferiore a 1 m.
Quale può essere la lunghezza della sala, dalla parete dello schermo allo schienale dell’ultima fila, se decide di disporre le ile come nello schema? (Puoi aiutarti con il disegno.)
Osserva triangolo ABC.
Maria deve orlare 5 tovaglie identiche con un nastro rosa. Ha stimato che ha bisogno di 2,5 m di nastro rosa per ciascuna tovaglia. Il nastro rosa è acquistabile nelle seguenti confezioni:
• confezione A: 12 m, al costo di 10 euro;
• confezione B: 8 m, al costo di 8,50 euro;
• confezione C: 5 m, al costo di 6 euro;
• confezione D: 3 m, al costo di 5 euro.
Qual è la cifra minima che può spendere per comprare il nastro necessario?
Questa risposta riceverà automaticamente punti completi, ma può essere rivista e adattata dopo l’invio.
Quale dei seguenti numeri rende vera l’uguaglianza: 2,5 : ……………….. = 25 ?
Osserva triangolo ABC.
Spiega il ragionamento che hai seguito per rispondere.
Questa risposta riceverà automaticamente punti completi, ma può essere rivista e adattata dopo l’invio.
L’espressione –2 · (20 – 5) è equivalente a:
In due quadrati uguali di lato 10 cm vengono inscritte rispettivamente una circonferenza, come mostrato in figura A, e quattro circonferenze uguali, tra loro tangenti, come mostrato in figura B.
Maria decide di comprare il doppio del nastro rosa precedentemente stimato. Spenderà
quindi il doppio del costo calcolato nel punto a?
Scegli la risposta e completa la frase.
Sì, perché
No, perché
Questa risposta riceverà automaticamente punti completi, ma può essere rivista e adattata dopo l’invio.
La seguente tabella raccoglie i dati relativi al numero di reti segnate da ciascun giocatore in un torneo tra 7 squadre di calcetto a 7.
Reti Segnate | Numero di calciatori |
0 | 12 |
1 | 8 |
2 | 10 |
3 | 8 |
4 | 6 |
5 | 3 |
6 | 0 |
7 | 2 |
Qual è la moda del numero di reti segnate?
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Un prisma retto a base quadrata è inscritto in un cubo. I vertici della base del prisma sono i punti medi degli spigoli di base del cubo, come mostrato in figura, e l’altezza del prisma è pari allo
spigolo del cubo.
Qual è il rapporto tra il volume del prisma e il volume del cubo?
Considera la seguente figura.
Qual è la misura dell’area del triangolo ACB?
Risposta: …………………….. cm2
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Osserva la igura: il segmento AB è il lato opposto all’angolo ottuso di un triangolo ottusangolo ABC.
Quale tra i seguenti è il triangolo ABC?
Un prisma retto a base quadrata è inscritto in un cubo. I vertici della base del prisma sono i punti medi degli spigoli di base del cubo, come mostrato in figura, e l’altezza del prisma è pari allo
spigolo del cubo.
Sussiste lo stesso rapporto tra la supericie laterale del prisma e la supericie laterale del cubo?
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Spiega con i calcoli il ragionamento che hai seguito per rispondere.
Questa risposta riceverà automaticamente punti completi, ma può essere rivista e adattata dopo l’invio.
Il seguente graico riporta il moto orario di due auto, una nera e una verde.
Maria deve comprare 4 lattine di cola. Nel supermercato A ogni lattina ha uno sconto del 35%. Nel supermercato B c’è, invece, l’oferta “Prendi due lattine, la seconda è scontata del 60%”.
Il prezzo di partenza di ciascuna lattina è 2 euro in entrambi i supermercati. In quale dei due supermercati le conviene andare e motiva la risposta?
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
In figura è rappresentato un solido ottenuto sovrapponendo due cubi, di spigoli a e b rispettivamente.
La supericie totale del solido ottenuto è equivalente alla somma delle due superici totali dei cubi che lo compongono?
Il seguente graico riporta il moto orario di due auto, una nera e una verde.
Si lanciano contemporaneamente due monete non truccate, come quelle in figura.
In figura è rappresentato un solido ottenuto sovrapponendo due cubi, di spigoli a e b rispettivamente.
Quale delle seguenti espressioni permette di calcolare il volume del solido ottenuto?
Il seguente graico riporta il moto orario di due auto, una nera e una verde.
L’auto ha mantenuto una velocità per tutto il percorso.
Si lanciano contemporaneamente due monete non truccate, come quelle in figura.
Qual è la probabilità che non esca testa su nessuna delle due monete?
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Nel seguente grafico sono rappresentate le vendite di settembre 2013 dei prodotti A, B, C, D ed E dell’azienda “Bolle”, evidenziando le quantità di tali prodotti venduti nel mercato italiano e le quantità di tali prodotti venduti nel mercato estero.
Quanti esemplari dei prodotti A, B, C, D, E sono stati venduti in totale a settembre all’estero?
La seguente tabella raccoglie i dati relativi al numero di reti segnate da ciascun giocatore in un torneo tra 7 squadre di calcetto a 7.
Reti Segnate | Numero di calciatori |
0 | 12 |
1 | 8 |
2 | 10 |
3 | 8 |
4 | 6 |
5 | 3 |
6 | 0 |
7 | 2 |
Quante sono le reti totali segnate dai calciatori nel torneo?
Si lanciano contemporaneamente due monete non truccate, come quelle in figura.
Spiega il ragionamento che hai seguito per rispondere nella domanda b
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
La confezione di biscotti contiene al suo interno i biscotti impacchettati in piccole confezioni identiche di colore scuro e su cui è indicata la seguente informazione nutrizionale:
“Il contenuto equivale a circa 468 kcal”. Quanti biscotti contiene ciascuna delle confezioni scure?
Quattro amici fanno una gita al lago e decidono di provare a fare un giro in canoa.
Sapendo che la canoa ha 2 posti e ciascuno degli amici vuole fare un giro con ognuno degli altri, qual è il numero minimo di giri in canoa che verranno fatti?
Una confezione di biscotti riporta le seguenti indicazioni nutrizionali.
Un cubo di acciaio di spigolo 1 dm viene immerso nell’acqua contenuta in un contenitore graduato A, di dimensioni molto maggiori del cubo, senza far fuoriuscire acqua dal contenitore. Il cubo
raggiunge il fondo del contenitore e rimane completamente coperto dall’acqua, come mostrato in figura.
Pietro ha un trenino giocattolo componibile con una locomotiva lunga 5 cm e alcuni vagoni passeggero lunghi 10 cm ciascuno.
a. Completa la seguente tabella, dove n indica il numero di vagoni passeggero e L è la lunghezza totale del trenino costruito con vagoni passeggero e la locomotiva.
Questa risposta riceverà automaticamente punti completi, ma può essere rivista e adattata dopo l’invio.
Un altro contenitore graduato B identico al precedente contiene la stessa quantità di acqua. In B viene immerso un cubo delle stesse dimensioni del precedente, ma fatto di oro.
Anche il cubo d’oro raggiunge il fondo del contenitore e rimane completamente coperto dall’acqua.
Il volume di acqua spostato dal cubo d’oro è uguale al volume di acqua spostato dal cubo di acciaio?
Pietro ha un trenino giocattolo componibile con una locomotiva lunga 5 cm e alcuni vagoni passeggero lunghi 10 cm ciascuno.
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 1: Qual è la materia di cui tratta questo testo?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 2: Come si può definire la massa del neutrino?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 3:Cosa potrebbe non succedere se un neutrino attraversasse parecchi miliardi di
volte una piscina piena d’acqua?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 4: Qual è il soggetto della frase “Ama viaggiare” (riga 6)?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 5:Con quale dei seguenti aggettivi puoi sostituire “refrattaria” (riga 7)?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 6: Qual è la stella da cui dipende la vita sulla Terra?
DOMANDA 7:Da quanti anni gli studiosi cercano di spiegare la natura del neutrino?
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 8: Cosa significa “quotidianamente”?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 9:Chi ha battezzato la particella?
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
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“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 10:Con quale lettera è stato indicato il neutrino?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 11: Nella frase “sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori di
potenza per produrre energia elettrica” (righe 25-26) con cosa potresti sostituire
“sia… sia”?
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 12: “Quella previsione si mostrò troppo pessimistica” (riga 39) significa che
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 13: Affermazioni Vero Falso
a. È stato molto difficile rilevare la presenza del neutrino perché non
ha le proprietà richieste per poter essere identificato negli esperimenti
b. La più grande sorgente di neutrini è costituita dalle reazioni
nucleari del Sole
c. Il neutrino ha carica elettrica
d. Il neutrino è un argomento poco trattato negli articoli di fisica
delle particelle
e. I neutrini intervengono nelle reazioni di fissione nucleare
Questa risposta sarà rivista e valutata dopo l’invio.
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
regole” e quella previsione si mostrò troppo pessimistica. Qualche anno dopo, lo stesso
Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 14:Questo testo è prevalentemente
Neutrino, la particella fantasma
Il neutrino è una particella “estrema”, con caratteristiche al di là della comune immaginazione:
non ha carica elettrica, ha una massa piccolissima, più o meno 100 milioni
di volte minore di quella dell’elettrone, la più piccola particella conosciuta; non “ama”
disturbare la materia, ma la trapassa impunemente, nel senso che potrebbe percorrere
parecchi miliardi di volte una piscina riempita d’acqua lunga dalla Terra alla Luna
prima di urtare un nucleo di una molecola d’acqua. Ama viaggiare. È l’unica particella
conosciuta che può muoversi indisturbata nell’universo, in pratica refrattaria a quello
che succede nelle zone che visita. Ad esempio, è la sola che può dirci cosa succede nella
regione centrale del Sole, fornendo informazioni insostituibili sulla salute della stella da
cui dipende la vita sulla Terra. Le sue caratteristiche hanno vincolato e regolato la sintesi
degli elementi chimici nei primi istanti dell’Universo e nei processi finali dell’esistenza
delle stelle che esplodono originando una supernova. […]
Il neutrino è uno degli argomenti più intriganti e meno conosciuti della fisica, nonostante
da almeno 70 anni molti brillanti ingegni abbiano cercato e continuino a cercare
di rivelarne le proprietà. Se si consultano le pagine del web con un qualsiasi motore di
ricerca, si scoprirà che attualmente forse un quarto degli articoli di fisica delle particelle
e delle alte energie proposti quotidianamente dai ricercatori riguardano più o meno
direttamente i neutrini o loro proprietà. […]
Enrico Fermi fu, per così dire, il “padre” della particella: dopo averla battezzata “neutrino”,
cioè neutro e piccolo, in italiano, ne dimostrò subito l’importanza fondamentale
all’interno della teoria che descriveva i decadimenti beta e che proponeva l’esistenza di
un nuovo tipo di forza, la forza nucleare debole. Il neutrino da allora esiste ufficialmente
e viene indicato con la lettera n dell’alfabeto greco (si pronuncia nu). I neutrini intervengono
in una grande varietà di fenomeni fisici, dal funzionamento del Sole alle reazioni
di fissione nucleare, poi sfruttate sia per la costruzione di bombe atomiche sia di reattori
di potenza per produrre energia elettrica. Fin dal principio lo studio delle sue proprietà
fu alquanto difficoltoso: il neutrino era, e rimane ancora oggi, la particella più insolita e
“riservata” tra tutte quelle conosciute. La sua massa doveva essere alquanto piccola, non
possedeva carica elettrica ed era privo di interazioni magnetiche. In parole povere, non
aveva nessuna delle proprietà richieste per poter essere identificata sperimentalmente:
tentare di rivelarlo equivaleva a cercare un fantasma, perché non erano conosciute le sue
caratteristiche. Si sapeva solo che “doveva” esistere ed era noto quello che non poteva
essere. La sua scheda tecnica presentava (e presenta tuttora) una serie impressionante di
“non so”, di “probabilmente”. Del tutto comprensibile l’affermazione fatta nel 1934 da
Hans Bethe che, dopo aver calcolato la distanza che doveva percorrere un neutrino con
energia analoga a quella dei neutrini emessi dal Sole prima di “urtare” contro qualcosa,
lasciando pertanto traccia del suo passaggio, concluse che «… non sarebbe mai stato
rivelato». Per fortuna, per il neutrino sembra valga la regola secondo cui “non esistono
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Bethe indicò la più intensa delle sorgenti di tali particelle descrivendo le reazioni che
regolano il ciclo di produzione di energia nel Sole.
L. Miramonti, F. Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma, Muzio, Roma 2004
DOMANDA 16:Lo scopo del titolo Neutrino, la particella fantasma è suscitare nel lettore
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